Un insediamento di grandi dimensioni che custodisce una eccezionale stratificazione archeologica. È quanto scoperto nel 2020 nell'area di San Lorenzo durante i "saggi preliminari" fatti in previsione della realizzazione del Campus Universitario di Sassari. Invece, come probabilmente si poteva intuire già dai ritrovamenti fatti nei decenni precedenti nei terreni limitrofi, l'area conserva importanti testimonianze di vari periodi. 

Da una lama di un pugnale in bronzo del X secolo avanti Cristo a un frammento di anfora punica. Dalle ceramiche a vernice nera o rossa al piccolo amuleto in osso a forma di fallo dell'epoca romana, che vanno quindi dal 500 sino 27 a.C.

Sono alcuni esempi dei reperti trovati e restaurati che fanno parte dell'esposizione inaugurata stasera al Centro restauro di Li Punti dal titolo “Archeologia preventiva a Sassari: i materiali restaurati dello scavo di San Lorenzo”.

L'operazione portata avanti dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro in collaborazione con Ersu Sassari.

L'auspicio dei funzionari e restauratori del Centro di Li Punti è che arrivino altri fondi per continuare a indagare su un sito ideale per gli studenti dell'Università che possono imparare sul campo perché non ha problemi di restauro e le stratigrafie si trovano appena sotto il terreno.

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