La storia, la scoperta e lo studio del sito tardoantico e medievale di Fusti ‘e Carca a Tertenia, sarà al centro dell’incontro di oggi pomeriggio, giovedì 30 maggio, nella Biblioteca Comunale di Olbia, con inizio alle 17,30.

Il volume “Sulle strade d’Ogliastra”(Editrice Taphros), dell’archeologa Paola Mancini, vedrà il debutto pubblico della neo Soprintendente per le province di Sassari e Nuoro, l’architetto Isabella Fera, che, per l’occasione sarà presente in città con i funzionari archeologi Gabriella Gasperetti ed Enrico Dirminti.

Durante la presentazione si proporrà un confronto tra il sito di Fusti ‘e Carca e il comune gallurese, che si scoprono uniti da una strada, da altre similitudini e altrettante differenze nelle varie epoche, punica, romana, vandalica e bizantina.

L’Ogliastra, un punto nodale di passaggio tra il nord e il sud della Sardegna -  nella strada tra Carales e Olbia - faceva da raccordo anche tra l’interno dell’Isola e la costa orientale: nel libro, la storia del sito archeologico di Tertenia, frequentato per un lungo periodo, dal IV secolo a.C. alla metà del VI secolo d.C. (ed emerso durante la costruzione di un tratto della Nuova S.S.125), mette in luce anche il grande lavoro di sinergia tra Enti (Anas e Soprintendenza), imprese e archeologi, unione di intenti  che ne ha enfatizzato la rilevanza. Tra le importanti novità che saranno illustrate, oltre alla scoperta del tratto inedito di strada romana, «spicca il grande complesso di ambienti e di reperti che aprono alla lettura del tardoantico e l’avvio dell’altomedioevo, in una fase molto delicata e tra le meno note della storia della Sardegna».

L’autrice del volume, l’archeologa Paola Mancini, libera professionista, è da sempre  impegnata in attività di didattica e divulgazione del patrimonio della Sardegna. È autrice di cinque monografie a carattere archeologico: “Alà dei Sardi. Il patrimonio archeologico”, “Loiri Porto San Paolo. Le Origini”, “Gallura Orientale”,”Gallura Preistorica” e “Sulle strade d’Ogliastra”. Alla conferenza anche gli interventi degli archeologi Rubens D’Oriano e Giuseppe Pisanu

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