Ad annunciare la scomparsa del fisico premio Nobel Leon Max Lederman è stato il Fermi National Accelerator Laboratory di Chicago, di cui lo studioso è stato direttore per un decennio.

Nel 1988, insieme ai colleghi Jack Steinberger e Melvin Schwartz, Lederman era stato insignito del premio Nobel per la Fisica, grazie alla scoperta dell'esistenza di due tipi di neutrini.

Qualche anno dopo, nel 1993, si tornerà a parlare di lui per la definizione del bosone di Higgs come "la particella di Dio", quella, per intenderci che è diventata il parametro di riferimento della fisica per definire la massa delle particelle tout court.

Una definizione estrapolata dal titolo del libro di Lederman del 1993 "La particella di Dio: se l'universo è la risposta, quale è la domanda?", che ben sintetizza l'importanza del bosone teorizzato nel '64 dal fisico Peter Higgs e poi rilevato nel 2012 al Cern di Ginevra.

In realtà, il termine scelto da Lederman era "goddamn - maledetta", per la difficoltà di rilevare l'esistenza della particella - almeno fino alla sua scoperta - ma non fu ritenuto appropriato.

La correzione ha portato fortuna a Peter Higgs, che ha visto confermata la propria teoria 48 anni dopo e con commozione l'ha definito un passo fondamentale per la ricerca scientifica e per la fisica dei quanti (unità di misura indivisibile), che consente di avviare il percorso di scoperta della massa della materia.

(Unioneonline/b.m.)
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