«Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano».

Impossibile dimenticare l’incipit di uno dei libri più amati del mondo: era il 26 giugno 1997 quando veniva pubblicato per la prima volta in Inghilterra dalla casa editrice Bloomsbury e in Italia da Salani Editore il primo volume della saga creata da J.K. Rowling “Harry Potter e la pietra filosofale”. Ventisette anni dopo, intere generazioni ancora sognano partite di Quidditch su manici di scopa o alla stazione di King's Cross a Londra provano l'ebbrezza impossibile del binario 9 e 3/4. Impossibile per i "muggle", la parola inglese che Rowling creò per i Dursley e tutti gli altri "non magici" e che la traduttrice dei primi due libri per Salani, Marina Astrologo, rese come "babbani".

Oggi Rowling è una delle donne più ricche della Gran Bretagna (e una delle più vituperate del mondo per i commenti transfobici che hanno fatto ombra alla saga), ma quel successo fu un miracolo di passaparola dopo che il suo manoscritto era stato respinto da ben 12 editori. Nessuno aveva mai sentito parlare del piccolo mago dagli occhiali tondi e il segno del maleficio sulla fronte, né della sua creatrice che ne aveva scritto le avventure in un caffè.
«Portai il manoscritto a casa ma non lo lessi immediatamente. Lo diedi a mia figlia Alice che aveva otto anni. Riapparve un'ora dopo in una specie di trance: “L'eccitazione che ho provato - mi disse - mi ha scaldato dentro”», ha raccontato Nigel Newton, fondatore e Ceo della casa editrice Bloomsbury che lo pubblicò dopo aver pagato 2.500 sterline per i diritti nel Regno Unito.

"La pietra filosofale" fu presentato alla Fiera del Libro di Bologna. Salani fiutò il colpo per l'edizione italiana, mentre per gli Usa Scholastic comprò i diritti per 105 mila dollari. La scalata alle classifiche, non immediata, fu però inesorabile: nell'estate 1999 il New York Times scoprì il romanzo come "il libro dell'estate" che dava il filo da torcere anche alla fiction per adulti e da allora l'uscita di ogni volume diventò un evento con file chilometriche a mezzanotte davanti alle librerie. Molto si è scritto da allora su come i libri di Harry Potter hanno riportato i bambini alla lettura, permettendo di entrare in un mondo fantastico popolato da coetanei in cui potevano identificarsi crescendo con loro.

La saga del piccolo mago ha avuto fortuna anche al cinema con Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson: il primo di otto film prodotti dalla Warner uscì nel novembre 2001. Fu un successo spettacolare se si pensa che in Gran Bretagna "La pietra filosofale" uscì con tiratura iniziale di 500 copie: oggi il franchise ne ha vendute oltre mezzo miliardo con traduzioni in ottanta lingue mentre i film, trasmessi in 166 Paesi, hanno incassato nove miliardi di dollari worldwide, per non dimenticare i videogiochi, quattro parchi a tema e gli spinoff della serie "Animali Fantastici e Dove Trovarli". E nel 2026 è in arrivo la serie tv su Max.

(Unioneonline/D)

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