La parola d'ordine è trasformare la crisi che attanaglia il territorio in opportunità per lo sviluppo. A Macomer e nel Marghine la resilienza tutto l'anno è possibile. Anzi, secondo l'associazione ProPositivo, questo è già in atto, a prescindere dal festival, del quale si è appena conclusa con successo la terza edizione. Gianluca Atzori, 28 anni, laurea in scienze politiche, da qualche tempo svolge relazioni internazionali a Pechino, lo dice con estrema sicurezza: «Il primo anno del festival abbiamo seminato, nel secondo tutto è germogliato e quest'anno si vedono i frutti, che il prossimo anno inizieremo a raccogliere».

GLI OBIETTIVI - Da due anni dieci giovani cervelli lavorano nel territorio con l'intento di mettere in luce le numerose pratiche virtuose, accomunate da una visione della realtà propositiva e innovativa, sostenibile e resiliente. "Il festival rientra in un progetto più ampio, per trasformare la crisi in opportunità - dice Luca Pirisi, 30 anni, management della pubblica amministrazione a Milano -. Il festival è un cantiere progettuale e da tempo stiamo lavorando nel territorio e tutto l'anno nelle scuole, coinvolgendo gradualmente le associazioni. L'obiettivo è creare un laboratorio permanente, che parta dalle scuole, allargandolo alle imprese, alle associazioni di volontariato, ma soprattutto alle istituzioni, anche quelle nazionali. Abbiamo aperto una collaborazione col Politecnico di Milano, tendente a collegare la scuole superiori con l'università. Certo, per fare questo occorrono delle risorse e per averle occorre vincere un bando dell'Unione europea".

LE SCUOLE - Gianluca Atzori e Luca Pirisi insieme dicono: "Siamo convinti che una comunità propositiva sia alla base di una società migliore". Cos'è il festival della Resilienza? "Tanta gente ce lo chiede - dicono i due esponenti di ProPositivo - c'è tanta curiosità. Il messaggio che vogliamo mandare è questo: a Macomer e nel territorio è possibile costruire il futuro. Tanti ragazzi che studiano fuori hanno l'idea fissa di tornare. Vogliono ricucire quelle che sono le diverse parti della città e del territorio e guardare alla ricostruzione con più entusiasmo". In questa direzione si coinvolgono gli istituti scolastici. Intanto c'è la collaborazione con l'istituto tecnico-commerciale S. Satta e si è aperto un dialogo col liceo e con l'istituto salesiano.

La resilienza è in atto.

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