“Cara Unione,

dodici anni fa mi sono sottoposto ad un intervento di settoplastica in una clinica sarda, operazione finalizzata a correggere la deviazione del setto nasale e permettere una più appropriata funzionalità respiratoria.

La conseguenza è stata, purtroppo, una perforazione del setto nasale di 4 centimetri che, anziché migliorare la respirazione, l’ha notevolmente complicata. Inoltre, data la giovane età e una carriera artistica avviata come cantante, ho dovuto rinunciare ai miei sogni e a tante opportunità lavorative nel settore della musica.

Per ottenere giustizia ho dovuto avviare una causa nei confronti dei medici e della struttura sanitaria non pensando al lungo calvario che mi aspettava. Infatti, sono stati anni di rinvii e contro rinvii, perizie e controperizie, sostituzione di giudici, lungaggini burocratiche e giudiziarie senza fine, sino a giungere all’esito inatteso: nessun responsabile e causa persa.

Possibile che un giovane che subisce un evidente danno fisico a seguito di un intervento chirurgico debba attendere ben 12 anni per capire cosa è successo, quali errori sono stati commessi, quali responsabilità? Dodici lunghi anni per scoprire che quella carriera artistica tanto sognata dev’essere abbandonata per intraprendere altre strade.

Tempo, soldi, sogni e aspettative stroncate senza nessun colpevole, vittima della malasanità e della malagiustizia che in questo caso sono andate a braccetto.
Grazie per dar voce al mio sfogo”.

A.S.

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