"Cara Unione,

sono una studentessa di Porto Torres, impegnata a ottenere la specializzazione in Psicologia a Cesena.

Dopo avere trascorso, come ogni anno, le mie vacanze nell'Isola, sono purtroppo stata informata dalla proprietaria dell'appartamento in cui vivo in Emilia Romagna che, se rientro a casa senza fare il tampone e visto che arrivo da una regione 'messa male' per via del Covid, sarà a carico mio tutta la spesa di sanificazione degli ambienti. Non solo, sempre io dovrò corrispondere eventuali spese in più nel malaugurato caso dovessi svolgere la quarantena in questa casa.

La cosa incredibile, però, è che tutto ciò è stato richiesto a me e non invece ai miei due coinquilini che vengono dal Veneto e dal Trentino e che durante l'estate hanno viaggiato fra Sicilia, Isola d'Elba e altre destinazioni evidentemente ritenute meno 'a rischio'.

Mi chiedo se un simile atteggiamento non nasca anche da una mancanza di conoscenza della geografia - Porto Torres non è certo la Costa Smeralda -, e se comunque non evidenzi una forma di discriminazione ormai diffusa nei confronti di noi sardi.

Non sarebbe forse il caso che anche questi aspetti fossero soggetti a una precisa normativa?

Fra l'altro, giusto per la cronaca, a Porto Torres ho due genitori anziani ed essendo anche entrata in contatto durante l'estate con bimbi e altri soggetti ritenuti più 'a rischio' mi sono premurata, una volta arrivata nell'Isola, di svolgere il test sierologico. Lo stesso avrei fatto al ritorno, ma evidentemente la coscienza e la buona volontà non bastano.

Grazie dell'attenzione".

Emily Carta - Porto Torres

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