Il Coordinamento scuole di danza Sardegna, con referente Giuseppina Perantoni, fa capo al Movimento nazionale danza e Sport Italia nato, in queste settimane di pandemia, dopo la chiusura delle scuole di danza. "Chiediamo un aiuto, una finestra sul vostro giornale, che dia voce alla drammatica situazione che migliaia di realtà stanno affrontando in questo periodo. Una realtà che potrebbe portare alla chiusura definitiva di tante scuole di danza in Sardegna e su tutto il territorio nazionale. Siamo al collasso emotivo ed economico. Intere generazioni sono cresciute nelle nostre scuole di danza, piccole famiglie che hanno formato ragazzi e ragazze nell'arte e nella vita di tutti i giorni. Aiutateci a continuare ciò per cui viviamo. È per questo che giriamo a L'Unione Sarda la lettera di Theo Piu, ballerino, coreografo e insegnante cagliaritano".

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"9 marzo 2020.... i sipari si sono chiusi nei teatri di tutta italia. Le scuole di danza, tutte, hanno spento la musica e chiuso le porte. Ho sempre detto ai miei allievi che la danza è un dono e come tale va rispettato, curato. Muove i primi passi con te, cresce con te e non ti lascia più, finché la tua mente e il tuo cuore avranno ancora la forza di vederti in punta di piedi. Un dono prezioso che non tutti sanno comprendere, ma che in molti sanno apprezzare e alcune volte anche ascoltare.

Ora è complicato farsi sentire. Ora dietro quel sipario chiuso e con le luci dei riflettori spente noi ci siamo ancora, stiamo ancora danzando forti più che mai della nostra Danza, urliamo a gran voce la nostra storia. Con l'unica voce che abbiamo, quei passi, quella impercepibile stanchezza, quelle immutate difficoltà che sempre supereremo. Siamo cresciuti, noi danzatori, coreografi e insegnanti, condividendo i nostri sentimenti e le nostre emozioni attraverso passi di danza. Quelle stesse emozioni che in questi giorni di quarantena vi tengono compagnia e vi aiutano a superarla. Con la danza intere generazioni sono cresciute imparando non solo una disciplina ma un vero e proprio stile di vita. L' Arte nelle sue molteplici figure e forme ci abbraccia e ci accompagna nella nostra vita. L'arte coreutica lo fa a passi di danza. Oggi, ai tempi del coronavirus, ci sentiamo soli dietro quel drappo di stoffa rosso. Noi stiamo danzando, ma nessuno ci vede, e se nessuno ci vede, neanche ci sente. Stiamo chiedendo un aiuto vero, sincero. Perché tutti i sacrifici che giorno dopo giorno, anno dopo anno, portiamo avanti per farci avolgere dai sorrisi dei nostri allievi, dai grazie e lacrime dei genitori, e per farci abbracciare dal calore dei vostri applausi, ora questi sacrifici stanno diventando pesanti, duri e non ci lasciano respirare, proprio come un virus.

Il vostro applauso che ogni volta ci sostiene e ci da il coraggio per andare avanti ogni volta, ci manca. La nostra danza adesso è muta, e solo il vostro fragoroso applauso può darci voce. Aiutateci.

Aiutateci a chiedere il diritto di Non essere più una categoria superflua. Perché qui siamo stati indirettamente catalogati come Non Necessari. Come un vecchio vinile sostituito da un freddo file.

Ma ricordiamoci che quando si cerca un rifugio, le porte dell'arte son sempre aperte ad accogliere, e mai come adesso apre le porte del suo cuore per far spazio ai sentimenti malmenati da questo Virus. Tutte le scuole di danza, i suoi insegnanti e tutti i loro allievi, stanno vivendo un momento difficile, drammatico, sia emotivamente che economicamente, che rischia di far scomparire intere realtà in tutto il territorio regionale e nazionale. Le stesse che son state la culla di molti dei vostri idoli della Danza Internazionale. Vi chiedo un favore. Fermatevi un solo minuto, vi prego, e cercate di ricordare il suono del vostro applauso quando venite a trovarci. Lo ricordate? Sentite l'emozione che riesce a darvi, che vi ha dato ogni qualvolta vi siete sentiti felici e pieni? Se siete riusciti a ricordare tale emozione, vorrà dire che qualcosa di buono sappiamo farla. Che ancora c'è spazio per noi, e non necessariamente salendo per ultimi. Dateci voce. E noi danzeremo ancora una volta su quel palco. Siamo ancora in grado di condividere tanto di noi stessi, aprite quel sipario, aprite le porte delle scuole accendete la musica, danzate con noi".

Theo Piu

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