«Cara Unione,

Il 12 agosto a Sassari in via Roma ho sostato con la mia auto per recarci in una famosa paninoteca, con mia figlia, mia cugina e suo figlio.

Era un sabato sera, stavamo rientrando da una splendida giornata trascorsa nelle acque trasparenti del mare di Stintino.

Erano le 21 circa, il tempo di ordinare 4 panini e bibite e consumare in meno di 30 minuti, andiamo a riprendere l'auto e avviso mia figlia di stare attenta mentre si siede perché aveva lasciato il mio telefono cellulare, che lei stava utilizzando per connettersi, scarico di batteria. Quando ho chiuso l'auto ho visto che era sul sedile posteriore però mi sono detta “non lo prendo perché è scarico”. Avevo lasciato il finestrino della portiera anteriore tre dita aperto, eravamo lì quasi davanti alla paninoteca.

Mia figlia e mio nipote mi dicono che sul sedile non c'è niente… Controllo sotto i sedili, niente… apro il baule e lì l'amara scoperta, mancavano le due borse termiche e la borsa da mare di mia cugina. Ho realizzato subito che avevano rubato tutto.

Sul finestrino ancora le impronta delle dita. Avvisiamo i titolari della paninoteca, si fanno un giro con la moto, niente...

Chiamo subito il 112 mi rispondono i carabinieri, mi chiedono via numero civico e targa auto. Mi chiedono se hanno fatto danni alla macchina e mi dicono di andare in caserma l'indomani mattina per la denuncia.

Morale della favola: l’indomani dopo due ore circa di attesa in caserma un carabinieri scrive la denuncia mentre io mia cugina raccontiamo ed elenchiamo gli oggetti rubati. Il carabiniere mi domanda il motivo per cui la pattuglia non fosse intervenuta al momento della mia richiesta, replico che questo dovrebbe dirmelo lui. Poi sgrida mia cugina perché lei nella borsa aveva le chiavi di casa sue e della sua mamma perché da quando è rimasta vedova, circa un anno fa, qualche volta dorme dalla mamma. Ci dice che nelle auto non si lascia nulla neppure un sacchetto di plastica perché rompono i vetri sperando di trovare chissà cosa.

A me non interessa nulla del mio cellulare dei miei occhiali pagati 150 euro che erano sul cruscotto, così come delle borse termiche con dentro panini acqua e frutta. Mi interessava che trovassero una pattuglia che la sera fosse arrivata lì e dalle telecamere di sorveglianza potessero individuare il delinquente, perché dentro la borsa mare mia cugina aveva gli occhiali da vista del figlio e i suoi da sole. Una giovane donna rimasta vedova a 54 anni, che per andare avanti lavora come colf dalla mattia alla sera, perché non percepisce nessun tipo di aiuto.

Il carabiniere mi dice che in Italia non è come nei film, che seppure avessero individuato il colpevole loro non vanno nelle abitazioni a buttare giù le porte per arrestarli e rendere indietro la refurtiva. Quelli sono film… ci ribadisce… Perplesse, stanche e deluse, torniamo a casa.

In pratica è colpa dì chi nelle proprie auto o abitazioni private lascia le sue cose...

Ringrazio comunque le forze dell'ordine per il lavoro svolto.

Attendiamo, come ci hanno comunicato, che il ladro porti in caserma la refurtiva.

Grazie».

Lettera firmata*

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