«Cara Unione,

ho letto con piacere la garbata lettera sulla predatoria situazione di S. Teresa Gallura.

Ho acquistato anch’io circa 20 anni fa un piccolo appartamento e l’acquisto si è rivelato uno scarso investimento che un cittadino possa fare in una località turistica.

La situazione di S. Teresa è ben più grave di quanto le gentili parole del signor Adriani lasciano trasparire. Con un’acribia degna di miglior causa le amministrazioni che si sono succedute hanno fatto l’impossibile per ferire una località turistica di tutto rispetto, imbruttendola e volgarizzandola anno dopo anno riuscendo a sostituire il turismo del ceto medio col turismo di bassa qualità e di scarso o nullo potere economico. È così scomparsa la ristorazione di qualità sostituita da poveri piatti regionali cucinati e serviti in modo abborracciato, la povertà della pasticceria è umiliante, i negozi rimasti vendono merci “clonate”, tutte uguali, forse puntando ad una clientela extra comunitaria o priva di gusto; le spiagge così belle sono per lo più maltenute e le passatoie, rotte e segnalate, non vengono aggiustate; i marciapiedi sono occupati da pali della luce e cartelli messi nel centro del camminamento così da rendere difficile il passaggio di carrozzine, la pulizia delle strade è opinabile visto che non è richiesta la rimozione temporanea delle auto, e così via.

Tutto questo ha provocato una fuga da S. Teresa con grave danno economico dei proprietari. In un paesotto di 5–6mila residenti ci sono più di 500 appartamenti in vendita con prezzi in calo perché il brutto trascina anche il bello che è tanto! Con i nuovi quartieri decentrati orribili e semivuoti che invogliano alle barricate più che al vivere comunitario.

Sono cose rimediabili, ma è possibile eleggere per 20 anni amministrazioni simili?».

Giuliano Cantarelli

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