"Cara Unione,

in quanto abitante di un quartiere scomodo secondo alcuni, Sant'Elia, ritengo di dover scrivere, a cuore aperto, questa lettera.

In molti, troppe volte, ci hanno definito contenitore marginale di spazzatura, fabbrica e mercato della droga, ma in pochi, invece, hanno raccontato di un popolo solidale.

Un popolo che va oltre l'etichetta che da sempre ci viene cucita addosso, e che è formato anche da molti padri di famiglia onesti che, ogni giorno, buttano le reti a mare e portano il pescato nei migliori ristoranti della città.

Un popolo formato anche da molti che, ogni giorno, nell'emergenza del coronavirus si sono resi disponibili a portare a casa agli anziani le buste della spesa. Che hanno saputo rimboccarsi le maniche e continuare, laddove possibile, ad aiutare nell'interesse di tutti.

Vedo ogni giorno, con i miei occhi, madri che vanno a fare la spesa per conto di chi non può uscire, giovani che portano medicinali a chi ne ha necessità.

E allora, almeno per una volta, dipingiamo questo quartiere come davvero merita: un bellissimo quadro, forse con una cornice un po' scadente".

Lettera firmata*

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