«Cara Unione, 

da tempo si cerca di persuadere i cittadini a limitare la produzione del secco, sostenendo che i loro comportamenti sarebbero monitorati e che, addirittura, verrebbero premiati. Ho letto sul vostro quotidiano che l’assessora Giua Marassi sottolinea come la condotta di un buon conferimento possa abbassare i costi della TARI per i cittadini, e che, purtroppo, la mancata ottemperanza di buone abitudini sia anche attribuibile al rincaro della tassa. Io non so se veramente si creda e si possa credere a ciò, perché non ho mai visto nessuno verificare realmente il dato. Moltissimi mastelli non hanno neanche più quell’inutile adesivo cartaceo che, a detta dei nostri assessori, avrebbe garantito il controllo del conferimento. Tanto meno ho mai visto nessuno neppure lontanamente provare a leggere quei codici ormai inesistenti.

Mi chiedo, quindi, come mai, io e tanti altri cittadini pagheremo una maggiorazione, se non è affatto chiaro come si misuri il secco. Gli assessori farebbero bene a comunicare altre modalità di verifica, perché non ci crede nessuno alla lettura dei codici. La notte, i netturbini lavorano di fretta, meccanicamente, inseriscono il contenuto dei mastelli, li rilasciano nella via e velocemente continuano la raccolta.

La notte esco col cane e, ripeto, non ho mai visto nessun operatore fare il controllo, impossibile tra l’altro, visto che niente di quei mastelli è per il netturbino di turno attribuibile a un preciso cittadino. L’unica cosa che vedo è l’aumento della tassa! Chiederei cortesemente che non si prendesse in giro il cittadino, millantando chissà quale sistema di verifica, e si dicesse semplicemente la verità, che non è quella che ripropongono falsamente ogni anno. Se l’assessora avesse ragione, io pagherei molto meno, perché il secco lo conferisco come richiesto entro i limiti del servizio.

Vergognoso che si possa anche solo pensare che i cittadini debbano credere a certe dichiarazioni preconfezionate».

Cinzia Siddi

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