«Cara Unione,

leggo con una punta di amarezza gli articoli sulle diatribe dei turisti continentali nei confronti dei sardi.

Personalmente, da oltre quarant'anni trascorro le mie vacanze in roulotte nella vostra bellissima Sardegna. Come si dice c'è chi viene colpito dal mal d'Africa e alla nostra famiglia è venuto il mal di Sardegna.

Certo l'impatto del turismo è cambiato. L'accoglienza di un tempo in cui il turista era ospite ora si è tramutata nell’attenzione al “turista da spennare”.

Una volta a portarmi in Sardegna c'erano solo le mitiche navi delle Ferrovie dello Stato e qualche nave della Tirrenia. Un tempo le famiglie sarde andavano al mare solo di domenica e nelle grandi feste comandate, adesso, e anche giustamente, anche loro voglio usufruire della bellezza del loro mare per tutto il periodo estivo.

Non c'è da stupirsi evidentemente se nascono battaglie sulla conquista della battigia.

Ammetto che ci siano tanti turisti cafoni ai quali però si alternano tanti alter ego locali.

Poi c'è il problema della pulizia...io ho visto pinete in riva al mare pulite sino al sabato e stranamente la sera di domenica gli alberi si trasformavano in pini natalizi pieni di sacchetti di immondizia ...e non mi dite che erano i continentali che venivano a fare il weekend.

Senza contare le gomme d'auto, i frigoriferi, le carcasse d'auto ecc. che trovi lungo le strade e non credo che siano i continentali che li portano considerato il costo dei biglietti.

Concludo che dobbiamo fare una riflessione sul turismo di massa.

Da una parte incentivate con pubblicità, navi, aerei, l'assalto alla Sardegna e dall'altra vi lamentate perché non riuscite giustamente a vivere la vostra terra.

Io abito sul Lago di Garda, ma ho accettato nel tempo la presenza dei milioni di tedeschi e di turisti provenienti da tutta l'Italia ed Europa.

D'estate non riesci a transitare sulla Gardesana, non riesci a parcheggiare, non riesci a mettere un ombrellone ma subisco e accetto questo grosso inconveniente che si chiama turismo.

A voi la scelta».

Nicola Bianco

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