«Cara Unione,

chi non ha mai sperimentato la frustrazione di un'attesa infinita in ospedale? Code interminabili, appuntamenti saltati, disservizi vari che, purtroppo, al San Martino di Oristano sono ormai all'ordine del giorno.

Ma quando la disorganizzazione si trasforma in maleducazione e violenza verbale, la situazione diventa ancor più intollerabile.

È quanto accaduto ieri mattina, quando un semplice prelievo del sangue si è trasformato in un'odissea. Un livello di disorganizzazione senza pari, a partire dal non riuscire nemmeno ad avere un numero di arrivo che regolasse le entrate, già all'esterno della struttura. Utenti costretti ad attendere ore in piedi, fuori con il brutto tempo, con lo stomaco vuoto, a causa di problemi informatici che hanno bloccato l'intero sistema di pagamento e prenotazione. Un disagio fisico e psicologico inaccettabile, reso ancora più insopportabile dall'assenza di comunicazioni chiare e puntuali da parte del personale.

A peggiorare la situazione, l'esplosione di rabbia di un operatore, probabilmente stanco a sua volta di non riuscire a svolgere in modo sereno il proprio lavoro, che ha risposto in modo aggressivo alle lamentele di un utente esasperato, utilizzando peraltro un linguaggio scurrile che non ha nulla a che vedere con il rispetto che ci si aspetta da un dipendente del servizio sanitario pubblico.

È comprensibile lo stress del personale costretto a operare troppo spesso in carenza di risorse e tra disservizi vari. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questo non giustifica mai un comportamento maleducato nei confronti degli utenti.

Anzi, in situazioni di particolare tensione, è proprio la professionalità dell'operatore a fare la differenza, quando riesce a dimostrare empatia e capacità di gestire le conflittualità.

È necessario che le aziende sanitarie comunichino in modo chiaro e tempestivo ai pazienti eventuali disservizi o ritardi.

È fondamentale aggiornare costantemente i sistemi informatici per evitare disfunzioni che penalizzino gli utenti.

Gli operatori sanitari devono essere formati non solo sulle competenze tecniche, ma anche sulle relazioni interpersonali e sulla gestione dello stress.

È necessario che esistano canali di segnalazione efficaci per permettere ai cittadini di denunciare episodi di maleducazione e violenza.

Non possiamo più accettare che la salute dei cittadini sia messa a rischio non solo da una gestione inefficiente ma anche da comportamenti scorretti. Molti sono andati via senza fare il prelievo.

Pretendiamo un servizio di qualità, in cui il diritto all'assistenza sanitaria e il rispetto per le persone siano una priorità».

E.D.

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