“Cara Unione, 

ho perso ormai il conto dei sabati di protesta dei cosiddetti no-vax e no-Green pass. Leggo che ieri la partecipazione è stata ridotta, complice forse il cattivo tempo in molte città italiane e la stretta del Viminale su cortei e centri storici, a mio parere sacrosanta. 

Eppure c’è ancora gente disposta a scendere in piazza per rivendicare quello che, contro ogni ragionevolezza, definisce un diritto: il diritto di contagiare, dico io, il diritto di fare ammalare le persone care, il diritto di mandare qualcuno in ospedale.

Non sono una laureata in medicina e infettivologia, come non lo sono praticamente tutte le persone che manifestano. Ma sono decine ormai gli studi che dimostrano, con i numeri, con i dati, con i fatti, che i vaccini evitano se non il contagio, la forma più grave della malattia. Quella che intasa gli ospedali, rallentando le cure di chi è affetto da altre patologie. Quella che, nel peggiore dei casi, uccide. 

Come è possibile che ci siano ancora persone che non capiscono che questa battaglia la vinciamo tutti insieme, che non si rendono conto che non vaccinandosi (nonostante tutte le rassicurazioni di persone ben più preparate di loro) mettono a rischio un’intera comunità? La comunità di cui loro stessi fanno parte, e così i loro figli, i loro genitori, i loro amici?

Addirittura (anche leggendo i commenti sui vostri canali social) se ne fanno un vanto, felici e orgogliosi di fare parte di quello ‘zoccolo duro’ di no-vax che si ostina a non farsi vaccinare. Dire di no sembra dare un senso alle loro esistenze, ed è questa la cosa che fa più male. Cos’è successo? Dove abbiamo sbagliato? Da quando essere contro è diventato più affascinante dell’essere quello che (dopo tante battaglie combattute dai nostri genitori e nonni) già siamo, e cioè cittadini liberi e pensanti?”.

Lettera firmata*

(*le generalità, a conoscenza della redazione, vengono omesse nel rispetto della privacy e secondo la normativa vigente)

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata