Cara Unione,

sono la figlia di un malato di cancro a cui è stata fatta una stomia vescicale. La sua vita va avanti con due cateteri che escono dalla pancia e vanno in una sacca.
Scrivo per esporre il nostro enorme disagio a nome di tanti pazienti nella stessa situazione. Questi cateteri vanno cambiati ogni mese perché quella è la loro durata per evitare infezioni, invece sono costretti a tenerli mesi perché negli ospedali non si trovano.

Dicono siano fuori produzione, le Asl anche dopo i reclami non dicono nulla. Abbiamo anche provato a comprarli a spese nostre (vanno dai 40 ai 60 euro) ma non sempre ci siamo riusciti perché sono introvabili. Non solo in Sardegna ma in tutta Italia.

Ho mosso mari e monti per arrivare a comprarne almeno due in tre mesi, ma come fanno le persone che non possono permetterselo economicamente o magari non possono perdere ore su Google a cercare i codici giusti per acquistarli?

Io mi appoggio all'ospedale di San Gavino: bravissimi in urologia, ma anche loro non sanno cosa fare, siamo abbandonati da tutte le istituzioni.

E allora mi chiedo: perché mettere un catetere di cui poi bloccano la produzione? I pazienti stanno già male e non cambiando questi cateteri rischiano infezioni potenzialmente mortali. Siamo disperati.

Sara

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