«Mio padre disabile bloccato in casa a Sant’Elia, gli ascensori non funzionano da più di un mese»
«Non può neanche andare in ospedale per effettuare i controlli, privato della libertà e del diritto alla salute»Un palazzo a Sant'Elia (Archivio)
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Cara Unione,
sono la figlia di una persona anziana, malata e disabile che risiede nel quartiere di Sant'Elia dove vive in un alloggio e paga regolare affitto e spese condominiali. Da tempo scriviamo e inviamo numerose richieste a chi di competenza ma non riusciamo ad ottenere niente.
Mi chiedevo se in qualche modo si può rendere pubblica la vergogna di un quartiere in degrado, abitato anche da persone perbene in difficoltà, così da riuscire magari a smuovere la situazione. Papà da più di un mese è chiuso in casa perché entrambi gli ascensori sono guasti. Lui è disabile e si può spostare solo con la sedia a rotelle.
Più volte al mese deve effettuare controlli presso le strutture sanitarie per la sua precaria salute. Le ambulanze per il trasporto costano e lui non può permettersi queste spese extra, inoltre spesso il personale non è tanto forte da poter trasportare un uomo di 100 kg su e giù per 6 piani. L'assistenza a domicilio non può effettuare le visite con i macchinari quali tac, colonscopia e quant'altro. Quindi mi chiedevo se un uomo privato della sua libertà personale è del diritto alla salute ha una voce che qualcuno ascolterà oppure no.
Letizia Vargio
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