«Cara Unione,
sono un padre di famiglia che lavora da 26 anni e sono un contribuente impeccabile. 
Vi scrivo per cercare di dare voce a tutti quei milioni di contribuenti che come me non percepiranno il famoso assegno unico a maggio perché l'INPS che gestisce il tutto ha dichiarato di aver fatto un errore e di conseguenza il versamento avverrà a giugno.

Quel che non capisco è perché noi lavoratori che non percepiamo alcun contributo dallo stato dobbiamo penare per avere ciò che ci spetta, in questo caso l'assegno per i figli minorenni che prima percepivamo in busta paga, invece i percettori di rdc che non contribuiscono e non producono per lo stato, riceveranno puntuali in data 28 rdc e assegno.

Ecco, mi chiedo, perché per loro sono puntuali e noi lavoratori dobbiamo penare?

Ritengo giusto aiutare chi è realmente in difficoltà, ma trovo sbagliato penalizzare i figli di chi tutte le mattine va a lavorare e non aspetta comodamente sul divano aiuti dallo stato.

Quelle duecento euro che puntuali trovavo in busta paga aiutavano l'economia della mia famiglia, ora invece lo stato, e non parlo solo di questo governo ma anche di chi ha attuato questo abominio, non fa nulla.

Perché non si può avere una data fissa come per chi non lavora?

Grazie dell’attenzione».

Lettera firmata*

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