"Cara Unione,

riaprono night club, circoli, palestre, ristoranti, sale per le cerimonie, bar e pizzerie.

Mentre gli operatori di sagre e feste (ambulanti, luna park, ristorazione ambulante) son costretti a stare a casa e sperare che un giorno tutto finisca, a mandare via lo spettro della chiusura della propria attività, sollevata con le proprie forze e con tanti sacrifici.

Mi mancano il mio lavoro, i miei colleghi, gli organizzatori, i clienti, i viaggi con il furgone in giro per la mia amata terra, il dormire nei b&b, lo stress di trovarne qualcuno a poco prezzo, i miei fornitori, la birra artigianale, il buon cibo cotto in strada, i controlli della Asl e persino quelli della finanza.

Non vedo l'ora di ritornare nel mio mondo a ricevere critiche e complimenti.

Vedo che in nessuno è scattata la solidarietà verso il mio settore, a differenza dei ristoranti, e spero che questa mia lettera possa stimolare l'opinione pubblica affinché il nostro settore riparta in sicurezza e con tutte le precauzioni necessarie.

Anche noi abbiamo il diritto al lavoro, anche noi abbiamo bisogno di mangiare".

Nicola Pinna - Cagliari

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