“Cara Unione,

sono un professore universitario di Ingegneria ambientale ed ho insegnato per oltre 40 anni al Politecnico di Milano, all’Università di Pavia e negli ultimi anni all’Università dell’Insubria con sede in Varese dove vivo da sempre.

Il 7 novembre 1944 nell’area varesina nacquero due maschietti, uno era Gigi Riva di Leggiuno (sul Lago Maggiore), l’altro ero io nato a Comerio, distante pochi km da Leggiuno.

Come Gigi sono cresciuto anch’io giocando a calcio, posso dire con ottimi risultati. Tuttavia arrivato all’adolescenza, per una somma di motivi mi sono spinto a studiare ingegneria al Politecnico di Milano e da quella volta mi sono trasformato in tifoso abbandonando il calcio attivo.

Il mio sogno di calciatore è però continuato seguendo le performance di Gigi e vedendo ogni volta in lui ciò che forse avrei potuto essere io, però senza alcun vero rimpianto perché dopo la laurea ho intrapreso la carriera universitaria e già a 36 anni sono diventato professore Ordinario e più avanti ho ricoperto importanti incarichi Ministeriali, all’Onu e all’Organizzazione mondiale della sanità.

Questo per significare che i due soggetti nati il 7 novembre 1944 hanno avuto, entrambi, prima la stessa passione e poi una brillantissima carriera pur in campi molto diversi.

Per chi ci crede, merito degli astri? Con Gigi ho anche l’analogia di essere anch’io un soggetto dal carattere solitario anche se l’abitudine alle conferenze e ai rapporti internazionali ha un po’ smussato questo lato del mio carattere. Una rilevante differenza con Gigi è sempre stata la mia pervicace volontà a non mettermi in bocca una sigaretta. Un’altra differenza l’ho colta quando Gigi era a inizio carriera al Cagliari, era ancora una speranza, quando in una partita di campionato il Cagliari vinse a Varese con due suoi gol, uno di testa e l’altro di piede.

Io nel gioco ero più lezioso, lui cinico e “crudele” e quella volta capiì che quello era il vero calcio dell’attaccante puro capace di far vincere una squadra.

Sono pochi gli esempi storici a cui Gigi può essere accostato: mi sovviene il grande Puskas, Ungheria e che giocò anche nel Real Madrid (...l’età cosa mi fa ricordare, ma sono sicuro che Gigi condividerebbe).

In occasione del 78° compleanno ho visto in brevi video il festeggiamento di Gigi, trovandolo un po’ stanco. Spero si sia trattato di un fatto momentaneo. Mi farebbe piacere che, attraverso le vostre pagine, questo mio messaggio possa arrivare a Gigi.

A lui, dunque, un forte abbraccio dal suo quasi “gemello” di Varese. 

A tutti  il mio cordiale saluto”.

Giordano Urbini – Varese

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