Pubblichiamo oggi la lettera di un tifoso del Cagliari circa il divieto di introdurre bottiglie d'acqua, anche senza tappo, allo stadio. Una disposizione che costringe chi desidera bere un semplice bicchiere a spendere 2 euro.

***********************

"Gentile redazione,

già dalla giornata di sabato non si faceva che magnificare il miracolo della Sardegna Arena: 127 giorni per uno stadio nuovo di zecca. Poi arriva la fatidica giornata celebrativa, Cagliari-Crotone, e cosa scopriamo? Che dentro lo stadio non possiamo più portare una bottiglietta d'acqua, nemmeno senza tappo.

Sì, la tanto pericolosa acqua non può entrare. E se uno ha sete? E se uno, per una qualsiasi patologia, ha necessità di bere più volte? Vorrà dire - penso io - che te la daranno all'interno senza costi eccessivi... e invece niente di più sbagliato: una bottiglietta d'acqua da 50 cl costa la bellezza di 2 euro, e poiché la versano nel bicchiere di plastica non si riceve nemmeno l'intero contenuto.

Credo che pagare 2 euro per un bicchiere d'acqua sia veramente un'esagerazione, e mi chiedo perché non sia consentito, come accadeva prima, portare dentro la propria acqua senza il tappo sulla bottiglietta.

Capisco applicare delle tariffe particolari per birra o caffè o coca cola: ciascuno è libero di scegliere se berli o meno, sapendo quanto costano. Ma l'acqua NO. L'acqua deve poter essere alla portata di tutte le tasche.

Ringrazio davvero la società per tutto ciò che sta facendo per il Cagliari Calcio, ma non si può impedire ad una persona di poter bere un bicchiere d'acqua".

Grazie dell'attenzione,

Antonio Corrao - Cagliari

*********************************

Potete inviare le vostre lettere e segnalazioni a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che denunciano disservizi o anomalie; non necessariamente ne condivide il contenuto riportato dai lettori che si assumono la responsabilità di quanto scrivono)
© Riproduzione riservata