La lettera: "Il mio grazie a tutte le donne. Perché noi uomini non meritiamo tanto"
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Pubblichiamo oggi la lettera di un anziano lettore dell'oristanese, malato di Parkinson, ma che non vuole arrendersi "ai fatti della vita e della cronaca". Il suo pensiero va tutte le donne, e in particolare a quelle vittime di violenze, e la sua conclusione è che, a volte, "noi uomini non meritiamo tanto".
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"Gentile redazione,
sono un parkinsoniano al IV stadio della malattia, debole nel fisico ma forte nello spirito. I miei pensieri quotidiani sono di grande rammarico, ma anche di fiducia e speranza, perché non è possibile arrendersi ai fatti della vita. E, aggiungo, della cronaca.
Ogni giorno penso al valore della persona umana, uomo o donna che sia, bambino o anziano, giovane o adulto. E ogni volta che accendo il televisore per conoscere eventi che si verificano nel mondo, sento notizie tristi, e sempre più spesso legate a violenze sulle donne.
Giungono storie di donne picchiate, maltrattate, violentate, abbandonate o uccise dall'ex di turno. L'uomo che non ha saputo essere tale, e che non ammette che la sua "lei" possa rifarsi una vita o, comunque, star bene anche senza di lui.
Chi scrive è uno che ama la vita e la vuole vivere insieme a una donna che ama e rispetta, per tutti quei valori che essa sa dare. L'amore per la donna deve essere eterno, e la vita intera va vissuta insieme nel bene e nel male, per costruire una famiglia che abbia valori e sentimenti.
Alle donne dico: grazie di esistere, perché a volte noi uomini non meritiamo tanto. E mi viene in mente l’8 marzo, la vostra festa, che nemmeno dovrebbe esistere se poi si leggono fatti di cronaca come la nuova, ennesima, triste storia che si consuma e di cui vengo a conoscenza proprio mentre finisco di scrivere questa mia riflessione.
Quello che mi chiedo è: ma le Istituzioni, dove sono? Cosa stanno facendo? Perché non riescono a far rispettare le leggi? La società, maltratta com'è, ha bisogno di pace e serenità.
Grazie dell'attenzione,
Ignazio Fadda - Simaxis
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