Pubblichiamo oggi la riflessione di un sardo all'estero circa la bagarre scatenatasi su media, web e social e relativa al provvedimento secondo cui diventano a pagamento nei supermercati i sacchi per frutta e verdura.

Il lettore porta l'esempio di quanto accade in Svizzera, una soluzione semplice e pratica che forse potrebbe essere applicata, con buona pace di tutti, anche in Italia.

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"Gentile redazione,

da sardo trapiantano all'estero - e per la precisione in Svizzera - ormai da qualche anno, mi fa sorridere la polemica divampata in questi giorni in Italia su media, web e social circa il nuovo provvedimento secondo cui diventano a pagamento nei supermercati i sacchi per infilare frutta e verdura.

Ho letto editoriali e accessi commenti in cui si parla di questa 'tremenda' scure pronta a piombare sugli italiani, con una spesa stimata per ciascuna famiglia che va dai 4 ai 12,50 euro.

Forse vivendo ormai da troppo tempo fuori dall'Italia, fatico a capire il senso di una tale bagarre. Che mi sembra minuscola rispetto a tanti problemi da cui oggi, almeno dall'esterno, mi pare afflitto il mio Paese di nascita.

Nel mio piccolo, vi porto però l'esempio di quanto, sul tema, si verifica nel mio Paese d'adozione: ciascuno di noi si reca al supermercato con sacchettini in rete, riutilizzabili e lavabili in lavatrice a 30°C, su cui si possono attaccare e staccare le etichette con il prezzo dei prodotti acquistati.

Una soluzione semplice e pratica, che forse anche in Italia si potrebbe considerare. Sgravando così cittadini e pubblica opinione dall'occuparsi del problema, con buona pace di tutti.

Con un caro saluto a tutti i lettori".

Efisio Marcialis - Berna

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