La lettera del giorno: "Quei 'ragazzi terribili', ma che sono figli nostri"
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Pubblichiamo oggi la riflessione di un dirigente scolastico in pensione sul fenomeno del bullismo fra i banchi. Episodi che non sono, a suo avviso, certamente la norma, ma che devono essere affrontati e risolti con urgenza, e con il supporto delle famiglie.
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"Gentile redazione,
leggo il vostro articolo sul tema dei "ragazzi terribili" e del fenomeno del bullismo nelle scuole.
Un problema che, a mio avviso, è urgente affrontare e risolvere, con la collaborazione delle famiglie. Sono tuttavia convinto (e la mia lunga esperienza di docente e di dirigente scolastico lo conferma) che la stragrande maggioranza dei ragazzi sia straordinariamente educata, corretta, propositiva, disponibile al "fare" e a realizzare per la comunità azioni e progetti positivi.
Deve essere chiaro, però, e soprattutto agli educatori e alla scuola in generale, che tutti i ragazzi (i bravi e i meno bravi, i corretti e gli scorretti o addirittura 'bulletti') hanno bisogno di attenzione, di ascolto, di accoglienza.
La scuola, come comunità educante, deve sempre di più aprire le porte alle famiglie perché senza la collaborazione dei genitori è difficile educare laddove bisogna prima intervenire e correggere.
Una mamma un giorno mi ha detto: "I ragazzi bravi sono nostri figli e anche i bulli sono nostri figli".
È proprio così e deve quindi essere tutta la comunità, oltre la singola famiglia, a prendersi carico delle eccellenze come delle criticità, anche gravi. Senza dimenticare che è necessario, fondamentale, investire in istruzione, in cultura e in strutture sportive e di sana socializzazione. Ma tutto questo non basterà se non si capisce che è fondamentale l'esempio di noi adulti.
Diamo importanza alle criticità, certamente, ma anche alla tanta bellezza che esiste attorno a noi. Quella bellezza che ci emoziona e ci fa vivere".
Luigi Roselli - già Dirigente Scolastico
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