Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore circa la proposta, esposta recentemente in tv anche da Roberto Saviano, di legalizzare la cannabis.

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"Gentile redazione,

qualche giorno fa lo scrittore Roberto Saviano ha esposto in televisione le sue teorie a favore della legalizzazione della cannabis. Vado dritto al punto: reputo la legalizzazione una forma di resa di fronte ad un problema che non si riesce a dominare.

L'ipotesi antiproibizionista non sembra reggere ad un esame più approfondito del problema. Non è vero che la legalizzazione eliminerebbe il mercato clandestino perché l'esistenza di un mercato legale della droga comporta delle regole che devono essere scritte: mercato legale significa che la droga non può essere venduta da chiunque, non può essere venduta in qualunque posto e a chiunque. Nessuna legalizzazione può dare luogo ad un mercato senza regole.

Il mercato legale della droga, come già ricordava Paolo Borsellino, spingerebbe infatti gli spacciatori clandestini ad indirizzare la loro azione nel diffondere la droga a coloro che sono esclusi dal mercato legale, nel diffondere dosi superiori a quelle stabilite per legge, nel diffondere la droghe pesanti se venissero legalizzate quelle leggere o nel diffondere le droghe nuove se venissero legalizzate quelle pesanti. Si dovrebbe, dunque, fissare legislativamente l'età minima, con ciò stesso si creerebbe una fascia costituita da tutti coloro che sono al di sotto di essa, che diventerebbero clandestini.

Altro problema è il prezzo del prodotto. Se il prezzo della cannabis legale risulterasse essere elevato la comprerebbe solo chi ha soldi, mentre gli altri continuerebbero a cercarla sul mercato nero alimentando un mercato clandestino senza scrupoli che pur di guadagnare lavorerebbe sulla qualità del prodotto.

Invece di arrendersi legalizzando proviamo a costruire azioni complementari per combattere la droga: educazione, prevenzione, non criminalizzazione del consumo, lotta al traffico e recupero di chi cade".

Andrea Zirilli - Cagliari

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