La dura riflessione di un lettore sul maltempo che sta in queste ore mettendo in ginocchio l'Isola.

***

"Città allagate, ponti e strade che si sgretolano e si dissolvono sotto una pioggia battente ed inarrestabile.

Oggi la nostra Sardegna è ferita, violentata e martoriata dalla furia della natura, che si vendica contro la presunta onnipotenza antropologica che sta alterando gli equilibri naturali sino a cambiare, forse in modo irreversibile, i parametri climatici che hanno determinato e continueranno a determinare eventi atmosferici estremi ed imprevedibili.

Oggi la Sardegna prende, ancora una volta, atto della propria debolezza, seppur ci sia da augurarsi che da qui si riparta per attivare un rapporto più equilibrato, e certo sostenibile, col territorio in cui viviamo.

In un drammatico paragone, l'Unione Sarda pubblica la prima pagina del quotidiano di dieci anni fa esatti, con l'Isola e Capoterra martoriate dal flagello delle piogge: cosa da allora si è fatto per la prevenzione? Quanti morti ancora per il maltempo dovremo contare?

Ricostruire i ponti, gli argini dei fiumi, le strade, le case e i versanti collinari franati non è sufficiente: perché quasi sempre gli onerosi interventi di ricostruzione, ripristino e difesa del suolo collegati agli eventi alluvionali si limitano ad azioni sugli effetti senza influire sostanzialmente sulle cause che li hanno determinati.

Forse è il caso che il sistema socio economico, prima locale e poi globale, che prevede anche precise responsabilità politiche, si rimbocchi le maniche.

Per mettere in atto una governance del territorio che superi la frammentazione amministrativa attuale, ormai incapace di affrontare con efficacia la complessità delle nuove condizioni. E non parlo solo del dissesto idrogeologico, ma anche della ricerca di nuovi modelli di sviluppo che siano coerenti ed equilibrati alle esigenze di progresso economico, sociale e culturale delle singole comunità locali".

Andrea Masala - Cagliari

***

Potete inviare le vostre lettere e segnalazioni a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)
© Riproduzione riservata