Pubblichiamo oggi il racconto di un lettore e dei disagi che, lui e un gruppo di amici, ha dovuto affrontare per poter consumare un normale pranzo dopo una mattinata trascorsa in spiaggia a Torre Grande, ad Oristano.

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"Gentile redazione,

quella che descriverò è una piccola odissea che abbiamo dovuto affrontare per pranzare in un chiosco di Torre Grande qualche giorno fa.

Eravamo sette persone e, attratti da un menù in bella mostra che prevedeva sia le classiche portate da ristorante che insalate e panini, abbiamo prenotato un tavolo. All'ora stabilita, dopo la mattinata in spiaggia, abbiamo occupato il posto assegnato.

È stato una volta a tavola che abbiamo scoperto innanzitutto che non era disponibile un menù scritto con l'indicazione del prezzo, (le portate erano elencate a voce dalla cameriera, che tra l’altro si scusava per l’esiguità della scelta perché "non siamo ancora pronti" (il 1° luglio!!)).

Quando una dei commensali ha chiesto un’insalata, gli è stato risposto che "il menu esposto all'ingresso era disponibile solo a pranzo nei giorni feriali", mentre il fine settimana era attivo solo il servizio ristorante, quindi niente insalate, a parte quelle semplici da contorno.

Abbiamo proposto allora di avere per una sola persona un’insalata con qualche piccola aggiunta, tipo tonno o uova sode, mentre gli altri avrebbero scelto dall’estemporaneo menù recitato, ed abbiamo visto la cameriera presentare la richiesta ad un superiore, forse il cuoco o il titolare.

Non abbiamo udito le parole, ma la mimica era evidente, a muso duro le diceva qualcosa del tipo che le regole erano quelle e che se non ci andava bene potevamo pure andarcene. Mentre loro perdevano a cuor leggero sette clienti, ci siamo trasferiti in un secondo chiosco, dove abbiamo chiesto un tavolo.

Era disponibile ma ancora sporco e da preparare. Nonostante dietro il bancone ci fossero 4 o 5 persone e il locale non fosse pieno, per buoni 20 minuti non è accaduto nulla, sebbene la presenza tra di noi di una persona ingessata con le stampelle avrebbe potuto suggerire una qualche premura.

Abbiamo così garbatamente sollecitato, e ad uno dei camerieri è stato finalmente comandato di occuparsi di noi.

Questi si è mosso col viso piuttosto contrariato e, con il nostro sollievo, si è avvicinato al tavolo ma, anziché sistemarlo, ha rivolto il suo sguardo al mare e si è concesso una pausa sigaretta.

A questo punto abbiamo ripiegato su un terzo chiosco, dove, seppur con tempi piuttosto lenti e portate sfasate, siamo riusciti a mangiare e, dopo "sole" due ore e mezzo dall’inizio della nostra avventura, finalmente siamo potuti tornare a casa.

Questo resoconto non vuol essere in alcun modo una rivalsa (avrei indicato i nomi dei chioschi su un noto sito specializzato nel caso avessi avuto quell'intenzione), né voglio enfatizzare i nostri disagi, nella vita c’è sicuramente di peggio e comunque alla fine non abbiamo mangiato male.

Preciso che il nostro comportamento è stato improntato alla massima educazione e garbo.

Il motivo per cui ho scritto è sottolineare che, a volte, chi si lamenta della crisi dovrebbe prima fare un esame di coscienza e capire che con la supponenza e il pressapochismo non si va da nessuna parte.

Grazie dell'attenzione"

Lettera firmata*

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