Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore su Papa Francesco, "uomo mite, umile e semplice ma capace di pensare e agire con grandezza e senza condizioni".

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"Gentile redazione,

dal primo giorno di pontificato, la semplicità delle parole e dei gesti di Papa Francesco mi ha colpito profondamente.

Il suo sorriso mi ricorda quello di un padre affettuoso. La sua comunicazione non verbale mi trasmette l'immagine di un uomo buono: il gesto delle mani che proteggono e custodiscono, come ad esempio quando dalla basilica di San Pietro, quel 13 marzo di 5 anni fa, invocava la protezione della Madonna sul Papa emerito, un momento unico e che mi ha fatto pensare di avere davanti un papà, capace di amare, proteggere e perdonare senza condizioni.

In un mondo in cui sembra vincere l'aggressività, ho sempre l'idea di avere davanti un uomo mite. In un mondo in cui sembra regnare l'arroganza, ho l'idea di un uomo umile e semplice ma capace di pensare con grandezza. In un mondo in cui l'assenza di moralità sembra soffocare la coscienza, il Suo spirito di preghiera è sempre illuminante.

Per costruire quella casa sulla roccia di cui ci parla il Vangelo di Matteo, abbiamo bisogno di questo Papa che rende punto di riferimento per ogni uomo la Parola di Dio e che ci insegna ogni giorno a viverla. In tal senso sono eloquenti in questi 5 anni i suoi gesti: dal primo viaggio a Lampedusa, emblema della speranza e della disperazione dei migranti, passando per Amoris Laetitia con la Famiglia al centro, dal Giubileo della Misericordia che ha anticipato con il Suo motto episcopale "Miserando atque eligendo" (che descrive l'atteggiamento di Gesù verso il pubblico che "guardò con misericordia e lo scelse") fino ad arrivare all'abbraccio distensivo con il Patriarca Kirill a L'Avana e quello con Al-Tayyib a Il Cairo.

Ecco, in tutto questo, e forse non solo, sta la sua straordinaria grandezza".

Andrea Zirilli

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