La lettera del giorno: "Cooperative e migranti, e io ho lasciato Cagliari"
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Pubblichiamo oggi la segnalazione di una lettrice, ogni anno in visita in Sardegna dalla Toscana, che ha recentemente lasciato la casa di proprietà di Cagliari a causa della vicinanza, alquanto rumorosa, di una cooperativa che si occupa di assistenza ai migranti.
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"Gentile redazione,
vengo in Sardegna ogni anno dalla Toscana.
Mio marito è sardo, e abbiamo un piccolo appartamento a Cagliari, nel Quartiere del Sole dove restiamo una settimana prima di andare verso le spiagge dell'isola più bella del mondo.
Da un paio di anni a questa parte, un appartamento vicino al nostro è occupato da una cooperativa Onlus che si occupa di assistenza ai migranti. Nella buca delle lettere dell'appartamento ho contato 12 nomi, di altrettanti immigrati ospitati in quell'appartamento, che non è certo di grandi dimensioni.
La mia settimana a Cagliari purtroppo ha smesso di essere piacevole, perché la notte è molto difficile prendere sonno con i rumori che vengono da quell'appartamento dove parlano, mettono la musica, cucinano fino a tardi (molto tardi, anche fino alla mattina).
Mi chiedo, e vi chiedo, come sia possibile una cosa del genere, se non debbano esserci controlli severi su situazioni di questo tipo. Se è vero che lo Stato italiano spende 35 euro a persona per immigrato, qui parliamo di 420 euro al giorno per un piccolo appartamento a Cagliari: quante altre realtà di questo tipo ci sono in giro per Cagliari e nel resto d'Italia? Io non capisco il senso di tutto ciò.
Ho deciso di vendere l'appartamento, e lasciare la mia adorata Cagliari mi è spiaciuto davvero molto. La mia speranza, ora, è che situazioni di questo tipo vengano presto meglio regolamentate, nell'interesse di tutti".
Lettera firmata*
(*le generalità, a conoscenza della redazione, vengono omesse nel rispetto della privacy e secondo la normativa vigente)
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