Pubblichiamo oggi la lettera di uno studente sardo che, confrontando i prezzi dei trasporti da e per la Sardegna con quelli di analoghe tratte verso Paesi esteri, si pone alcuni interrogativi.

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"Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza" è una delle frasi più celebri di Antonio Gramsci. È questo che molti studenti sardi fanno, studiano speranzosi un giorno di poter usare quanto appreso per migliorare la situazione economica, politica e tecnologica della propria Isola.

Il celebre studioso sardo, però, evidentemente non pensava che il ritorno a casa per i suoi conterranei che avessero intrapreso studi fuori dal proprio territorio potesse essere complicato come è ancora attualmente.

Sono un ragazzo di 22 anni residente a Macomer in provincia di Nuoro, sono laureato al Politecnico di Torino in Ingegneria Gestionale e da un anno ho iniziato la specialistica nella stessa facoltà.

Da quattro anni vivo a Torino e da quattro anni mi trovo costretto a confrontarmi con i prezzi proibitivi a cui sono sottoposti gli studenti sardi per fare ritorno alla propria isola.

Partire per studiare lontano da casa è difficile, consiste nel salutare tutto ciò che ci appartiene: la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra cultura. E' il passo però necessario per aspirare a studiare in facoltà magari non presenti nella propria regione, come appunto la mia, o per semplificare la ricerca di un lavoro a studi terminati, da sempre troppo difficile nel nostro territorio. In tutti gli studenti fuorisede con cui mi sono confrontato negli anni ho sempre ritrovato il desiderio di tornare un giorno a lavorare nel proprio territorio. Purtroppo in molti casi siamo consapevoli che tale scelta non dipenda da noi perché si sa, la nostra terra non è di certo rinomata per l’offerta di lavoro.

L'unica alternativa è allora fare ritorno dalla propria famiglia nelle vacanze che ci vengono concesse durante l’anno accademico: Natale, Pasqua e il periodo estivo.

Non starò a specificare, sono cose ormai note, quanto possa costare un biglietto aereo preso all’ultimo minuto né quanto possa essere ugualmente costoso prenotarlo anche con largo anticipo durante questi pochi periodi di vacanza che ci vengono concessi.

Volendo risparmiare il più possibile per fare ritorno a casa sin dal primo anno ho deciso di abbandonare o limitare quanto più l'utilizzo dell'aereo anche in seguito alla cancellazione di alcune rotte che permettevano i già scarsi collegamenti tra Torino e l'Isola. Ho deciso quindi di iniziare a viaggiare in nave. Si gode infatti della continuità territoriale che permetteva fino a un anno fa di viaggiare pagando all'incirca trenta euro a tratta da Genova a Porto Torres. Il prezzo naturalmente si riferisce a un passaggio ponte, se si tratta di voler prendere una cabina il prezzo sale all'incirca di 40 euro.

Dico fino a un anno fa poiché al mio ultimo ritorno in Sardegna ho dovuto pagare un biglietto di 48 euro (96 euro a/r). Sorpreso dal prezzo e accertatomi che si trattasse della tariffa per i residenti ho chiesto spiegazione al personale e mi è stato detto che il prezzo era aumentato poiché si trattava del periodo di Pasqua.

Ora io mi chiedo se il nostro assessore ai trasporti abbia mai dato uno sguardo ai prezzi dei trasporti per altre parti del mondo. Con venti euro a/r sono arrivato fino in Belgio, con 30 euro a/r è possibile giungere in Spagna, con 50 euro a/r sono giunto fino in Israele. Com'è che invece per la Sardegna tali offerte non si possano trovare neanche per i periodi meno frequentati?

Grazie davvero per l'attenzione".

Davide Moro

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