"Cara unionedelcuore,

sono una mamma che pensava di aver trasmesso alle proprie figlie, ormai madri a loro volta, la ricetta giusta per diventare adulte e responsabili.

La doccia fredda è arrivata pochi giorni fa, quando la maggiore, 38 anni, un marito, due figli adorabili, un buon lavoro e una vita più che fortunata, mi ha annunciato di volersi separare.

Per me e per suo padre è stato un colpo basso; da testimoni diretti della sua vita, nonni tuttofare e genitori sempre presenti, non ci siamo mai accorti che qualcosa non andava.

Senza giudicare le abbiamo chiesto perché, almeno quello ci sarebbe dovuto, e ci siamo sentiti dire che “l’amore è finito e non è più possibile dividere lo stesso tetto”. A differenza di mio marito la mia reazione è stata di rabbia e delusione, perché non riconosco la figlia che ho cresciuto.

So che situazioni così capitano tutti i giorni ed è per questo che ho deciso di scrivere, perché la mia rabbia non è solo verso mia figlia, ma verso le generazioni incapaci di prendersi responsabilità, mantenere promesse e assumere impegni, scappando al primo screzio o calo di passione, incuranti dei bambini a cui cambieranno la vita. Giovani di oggi immaturi e incapaci di crescere.

A mia figlia ho fatto presente tutti i momenti di debolezza e crisi che suo padre e io abbiamo vissuto, quelle fasi di dubbio che capitano a tutte le coppie da che mondo è mondo, senza che ci sia mai venuto in mente di buttare il bambino con l'acqua sporca. Non sono mai stata una moralista, ma provo una gran delusione e temo che i figli di oggi non sappiano diventare adulti.

Barbara V. (Lanusei)

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