Cara Unionedelcuore,

ho 35 anni e sono felicemente sposato e due anni fa sono diventato papà di due meravigliosi gemelli, tanto cercati e desiderati che ci hanno cambiato la vita, in tutti i sensi.

Dico così perché, oltre alla gioia continua, a quanto ci riempiono il cuore, il loro arrivo è stato proprio un terremoto, dalle pappe alle notti è come se noi non staccassimo mai, e quando uno è calmo l’altro impazzisce. Così tutti i giorni tutto il giorno. Ma questo riguarda miliardi di genitori di bimbi piccoli come noi, anche se i gemelli sono parecchio complicati, ed è tutto normalissimo e fa parte del gioco. Solo che con il loro arrivo è come se io e mia moglie fossimo diventati due formiche operaie che si alternano a dare pappe, vestire, lavare, addormentare, giocare, senza essere più una coppia. Anche nei rari momenti di tranquillità parliamo dei figli, di cose da fare, di pediatra e asilo, come se noi due non ci fossimo più. Lei poi è così concentrata sui bimbi che se oso avvicinarmi o lanciarle qualche messaggio per ritrovare la nostra intimità mi fulmina con lo sguardo e mi fa sentire un depravato...

È vero che siamo distrutti, e sembrerò un mostro a dire queste cose, ma a me manca mia moglie, la nostra complicità e anche la nostra libertà. Non chiedo la luna, solo avere qualche momento per noi e che mia moglie se le faccio una carezza e le faccio capire che la desidero non mi scansi come se fosse uno spreco di tempo. Ecco, scrivo per questo, perché sicuramente sarà già capitato ad altri e magari c’è un modo per superare questa fase difficile restando ancora una coppia. Se c’è una ricetta spiegatemela!

Ezio B.

(Ogliastra)

***

I lettori potranno intervenire nei commenti con suggerimenti, consigli, soluzioni, senza alcun impegno reciproco o presunzione risolutiva dei problemi esposti.

Le lettere possono essere inviate a: unionedelcuore@unionesarda.it

(La redazione non necessariamente condivide i contenuti e i lettori si assumono la responsabilità di quanto scrivono)
© Riproduzione riservata