Pubblichiamo oggi la lettera di un'emigrata sarda a Londra, che ha seguito con attenzione e dolore i recenti fatti di cronaca legati al referendum in Catalogna.

La lettrice fa un paragone fra le aspirazioni di indipendenza dei catalani e quelle dei sardi. E immagina un futuro "con uno status di cittadino sardo da sfoggiare con orgoglio nel passaporto".

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"Gentile redazione,

sono un'emigrata sarda originaria di Carbonia, città che ha purtroppo oggi poco da offrire a giovani volenterosi. Vivo a Londra da quasi otto anni e spero un giorno di poter tornare nella mia terra, l'unica casa che davvero mi appartiene.

Quel giorno non so se mai arriverà perché mi sono ripromessa che, salvo urgenze familiari, tornerò a vivere in Sardegna solo quando sarà uno Stato indipendente, ciò che a tanti sembra un'utopia, ma a me un sogno fattibile.

Ho seguito con particolare attenzione l'andamento del referendum in Catalogna. E ciò che ho visto online, purtroppo, sono solo immagini di persone che inseguono le loro idee e il loro futuro strattonate, buttate a terra, prese a manganellate. Persone di tutte le età, persone che potrebbero essere i miei genitori o i miei nonni. Guardo e riguardo queste immagini e non vedo nient'altro che uomini della Guardia Civil che, nel seguire comandi dall'alto, abusano di potere interferendo con la libertà democratica dei cittadini catalani.

Piango da ore. Piango di nervoso perché vorrei essere lì a supportare. Piango di tristezza perché non credo che questo sia il mondo giusto in cui vivere. Piango perché nella mia testa ho tante ragioni valide per farlo: immagino i miei genitori, persone per bene, che vengono trascinate a terra e penso che tutta questa violenza è ingiustificata ed evitabile.

Nella speranza che la situazione non peggiori rifletto sul fatto che un giorno potrebbe succedere altrettanto a noi sardi, che siamo duri e testardi e a tutti i costi vogliamo ottenere ciò che desideriamo. Immagino nella mia testa una lotta pacifica per un'indipendenza tanto desiderata, e immagino un giorno in cui tutti i cittadini saranno liberi di scegliere la strada giusta che li porti ad un futuro migliore e ad uno status di cittadino sardo da sfoggiare con orgoglio nel passaporto.

A prescindere dal risultato e dalla posizione politica, vorrei vedere noi tutti come società batterci per la felicità e la serenità della communità, nel segno della Pace e dell'Amore".

Claudia Piras - Londra

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