"Gentile redazione,

in una notte di luglio del 1996 io e la mia famiglia aspettavamo in un piazzale di Terralba l'arrivo di un autobus con i 'bambini di Chernobyl'.

C'erano tantissime famiglie, forse 50 o 100, non ricordo, ricordo solo che a casa nostra ad Arborea doveva arrivare una bambina da una città della Bielorussia chiamata Gomel e che doveva stare a casa nostra per 'respirare aria buona' perché c'era stata un'enorme esplosione alla centrale nucleare di Chernobyl che aveva causato gravissimi danni alla saluta di migliaia di persone.

E così alle 3 del mattino scese dal bus Aleksandra, una bambina di quasi 9 anni, piccolina, con i capelli corti e tutta tremolante, forse dalla paura o forse aveva freddo.

È diventata subito parte della famiglia, si è innamorata del mare sardo, e di tutto il cibo italiano.

Dopo un mese l'abbiamo riportata a prendere il pullman e a casa si sentiva il vuoto.

La piccola Aleksandra (al centro) con le "sorelline" sarde Tiziana (a sinistra) e Irene (a destra)
La piccola Aleksandra (al centro) con le "sorelline" sarde Tiziana (a sinistra) e Irene (a destra)
La piccola Aleksandra (al centro) con le "sorelline" sarde Tiziana (a sinistra) e Irene (a destra)

Ale è tornata tutti gli anni a casa nostra, per 8 anni ha trascorso un mese con noi tutte le estati.

Studiava tanto perché doveva ottenere un posto all'Università di Mosca per studiare Fisica, e ci è riuscita!

Ora Ale è sposata, vive a Mosca, ha due bambine e insegna fisica all'Università.

Abbiamo avuto la fortuna di seguire la sua vita anche da lontano, di ricevere le sue visite, prima con il marito e poi con la sua prima figlia quando aveva due anni! Lei sa di avere una casa e una famiglia ad Arborea!

E finalmente un giorno di marzo 2019, Aleksandra aspettava le sue sorelle e sua mamma sarde agli arrivi dell'aeroporto di Mosca!"

Irene Nuvoli - Arborea

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