"Cara Unione,

proprio ieri stavo meditando sul dopo virus. Stavo pensando a che ne sarà del nostro vecchio modo di approcciarci alla vita quando questo male invisibile si sarà levato dalle scatole. Tanti i viaggi interiori. Tante le riflessioni imbastite nella solitudine di questa lunga reclusione.

Forse ci sarà qualcuno che manderà all'aria il matrimonio. Chi avrà cambiato idea sulle nozze già programmate e chi le vorrà ancor più. Chi penserà che sì, è giunto il momento di andare a convivere. E chi della convivenza, dopo queste settimane, non ne vorrà più saper nulla. Chi vorrà un figlio. E chi figlio lo è già ma ai genitori ci ha sempre pensato solo la domenica o per le feste e quindi, forse, si guarderà dentro sentendo l'esigenza di essere più presente.

Forse ci sarà qualcuno che valuterà di abbandonare la professione che detesta, al contrario di chi invece non vede l'ora di riprendere quella che abbandonato. Chi deciderà di proseguire gli studi. Chi di riprendere a suonare. Chi di fare quel viaggio in capo al mondo sognato da tempo.

Forse (o forse no) la vulnerabilità e la paura di star male, di finire in ospedale o di morire ridarà alla vita un valore nuovo, comprendendo che non c'è niente di scontato nel respiro quotidiano e che ogni giorno è una conquista. Che può sembrare pure banale, roba trita e ritrita fin dal primo giorno di catechismo, ma l'abitudine (soprattutto alle belle cose) adagia le genti. E le menti, svegliate di soprassalto da una campanella dal suono stridulo: quello del pericolo.

Forse in un tempo non definito ma non molto lontano qualcuno dalla propria finestra o in riva al mare osserverà come tante altre volte nella vita la bellezza di un tramonto. Lo farà con occhi diversi e con una mente rifiorita.

E si porrà un sacco di domande su ciò che ha combinato fino a quel momento, dove ha sbagliato e perché, quante volte è inciampato e quante volte si è rialzato e quante altre, magari troppe, non ha trovato la forza ed è rimasto a terra.

Ripenserà anche ai rapporti rovinati nei più svariati ambiti. Alle persone che ha lasciato andar via dalla propria vita senza battere ciglio. A chi dovrebbe aver vicino ma è spesso distante. Ripenserà a quel rischio non preso. A quella opportunità tralasciata. A quel treno perso. Al coraggio che non ha mai avuto. All'importanza di chiedere scusa. A cosa ora può fare e intende fare, perché è giusto anche cambiare.

In certi casi è doveroso, in primis per se stessi. E non è mai troppo tardi".

Riccardo Sanna

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