“Cara Unione,

c'è una preoccupante diffusione di giovani che si presentano in vari punti di Cagliari, spacciandosi per volontari di organizzazioni umanitarie. Con modi estremamente gentili e insistenti, chiedono di sostenere progetti benefici, ma non potendo accettare donazioni in contanti, richiedono l'Iban per attivare presunti abbonamenti.

Questa modalità di raccolta fondi nasconde però una realtà ben diversa: le procedure per disdire questi abbonamenti risultano estremamente complesse, rendendo difficile liberarsi da un impegno sottoscritto spesso in buona fede. I ragazzi, inoltre, dimostrano scarsa conoscenza dei progetti che sostengono e sembrano più interessati a raggiungere obiettivi di vendita che a sensibilizzare sulle cause umanitarie.

Si tratta di un comportamento scorretto che sfrutta la buona volontà delle persone, in particolare persone anziane, e crea confusione attorno a vere iniziative di solidarietà”.

Felice – Cagliari

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