“Cara Unione,

scrivo per esporre un tema abbastanza trascurato, in Sardegna, come quello delle ferrovie. Siamo nel 2021 eppure abbiamo la quasi totalità di tratte ferroviarie risalenti all'800, a un binario e non elettrificate.

Purtroppo, che sia una tratta gestita da Fs o Arst il discorso non cambia. Iniziando dalla dorsale sarda, dove ad oggi i tempi di percorrenza sono ancora troppi con un Cagliari-Sassari di appena 175Km percorso in 3h e 20 o un Cagliari-Olbia in 3h e 30 se va tutto bene, per passare alle tratte Arst attive solo nei giorni feriali, con una programmazione ridotta al minimo e con tempi di percorrenza inaccettabili nel 2021, fino ai percorsi del Trenino Verde aperti ad oggi a metà (penso alla Sassari-Palau, alla Mandas-Sorgono e Mandas-Arbatax) e con una programmazione fatta all'ultimo e con mezzi che di verde, di green, non hanno niente.

Scrivo perché con il Recovery Fund ancora una volta la Sardegna è tagliata fuori dagli investimenti ferroviari a differenza del resto del Mezzogiorno che riceverà imponenti risorse per la propria crescita, con la complicità di governo e regione che non capiscono che il primo elemento per portare sviluppo e benessere sono proprio i trasporti.

Di interventi la Sardegna ne avrebbe bisogno a partire dal doppio binario San Gavino-Sassari/Olbia, a una rete elettrificata, a nuovi tracciati i più possibili rettilinei, oltre alla possibilità di aprire nuove rotte ferroviarie come la Carbonia-Calasetta (già prevista ma mai realizzata), la Macomer-Nuoro-Olbia e il collegamento con l'aeroporto di Alghero nella rotta Alghero-Sassari.

Non lamentiamoci poi se abbiamo una isola che continua a spopolarsi, una disoccupazione alle stelle, la chiusura di servizi e un isolazionismo che ci porta sempre più in basso".

Andrea Busa

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