«Cara Unione,

nonostante tutta la campagna fatta per incentivare i sardi emigrati a rientrare nella propria regione e contro lo spopolamento dei paesi in Sardegna, sono a constatare con grande rammarico che, purtroppo, quanto promesso e previsto dalla legge (L.R. n. 7/91 - Contributo rientro emigrati in Sardegna) non viene affatto mantenuto.

Mio marito, sardo emigrato "in continente" per lavoro, dopo 47 anni decide con la famiglia di rientrare stabilmente e definitivamente in Sardegna.

Alla luce di quanto previsto dalla legge regionale, presenta la richiesta presso il comune di residenza per poter usufruire del contributo previsto per il risarcimento delle spese necessarie al viaggio e al relativo trasloco.

La pratica viene accolta favorevolmente dal comune, dicendo che la richiesta di mio marito risulta essere la prima in graduatoria e che, non appena la Regione invia i fondi al comune, sarà immediatamente risarcito.

Dopo più di quattro anni dalla presentazione della domanda, dopo esserci rivolti e aver scritto a svariati uffici regionali, ad oggi non siamo ancora riusciti ad avere nessuna risposta, nessuna tempistica e nessun rimborso.

Nelle varie Delibere della Regione, di anno in anno, vengono stanziati i fondi anche per questo capitolo di spesa ma, di fatto, è dal 2021 che non vengono più pagati questi contributi. Gli ultimi risarcimenti erogati sono stati quelli relativi alle domande presentate nella prima metà del 2020.

Sono perfettamente consapevole che in Sardegna ci sono problematiche molto importanti e gravi da risolvere ma credo che quanto previsto dalle leggi regionali in vigore vada attuato e rispettato.

Avendo la nostra pratica tutti i requisiti richiesti dalla L.R. n. 7/91, non trovo giusto che un diritto, dopo tutto questo tempo, non sia stato ancora riconosciuto e che non si sappia nemmeno se e quando potrà essere eventualmente riconosciuto.

Grazie per l'attenzione».

Michela Casco

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