"Gentile redazione,

giovedì alle 20, da Cagliari, mi sono imbarcata su una nave della Moby destinazione Civitavecchia.

La motivazione del viaggio era legata a una visita oculistica che si sarebbe dovuta tenere il giorno dopo (alle 12) nella Capitale.

Durante il viaggio, e a poche ore dalla partenza, si è sentito un forte boato, come fosse stato un tuono, quindi la sosta ad Arbatax e il prosieguo della navigazione è avvenuto ad una velocità – mi hanno detto - di 6 nodi. La sensazione era quella di trovarsi su una 'zattera'.

L’arrivo era previsto a Civitavecchia alle 8/8.30, ma solo a quell’ora ci è stato comunicato che, a causa di un 'guasto tecnico', la nave avrebbe attraccato al porto solo alle 20.

A onor di cronaca devo dire che la Tirrenia ha offerto un piccolo rinfresco e il pranzo self service, ma non ha potuto aiutare i viaggiatori per mettersi in contatto con le famiglie e rassicurarli sul ritardo. Io, ad esempio, non ho potuto chiamare mio figlio per avvisarlo del ritardo in quanto il mio roaming non funzionava.

L’attracco è poi avvenuto in realtà alle 15.30, e dunque con sette ore di ritardo, cosa che mi ha costretto ad annullare la visita, trascorrere una notte a Roma in albergo, e rischedulare la visita per il giorno successivo.

Ho quindi chiesto il rimborso a Tirrenia, che mia ha addirittura pagato la notte in albergo e poi il volo Alitalia Roma-Cagliari delle 14.30.

Dal canto mio non posso certo dire di non avere avuto tutta la necessaria assistenza da Tirrenia, ma mi chiedo quale sia la reale condizione delle navi su cui i sardi sono costretti a navigare. Possibile che nessuno dica o faccia niente in proposito? Chi controlla lo stato di queste imbarcazioni?

Ho più volte letto di guasti di questo tipo anche dalle vostre cronache, e un dipendente della compagnia mi ha confermato come episodi simili si siano già più volte verificati".

R. F. - Cagliari

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