“Cara Unione,

Siamo le tre figlie disperate di uomo che dal 12 di febbraio si trova in rianimazione in un ospedale del Cagliaritano e che ad oggi non ha ancora una diagnosi certa.

Sembra incredibile dirlo, ma nel 2022 un paziente può trovarsi ricoverato senza una diagnosi, senza una cura, senza una speranza… in attesa di decisioni che non vengono prese, rimbalzato tra un ospedale e un altro…

Il suo calvario è iniziato ad agosto quando ha cominciato ad avere una tosse fastidiosa, si è recato dall'otorino che ha diagnosticato un problema di reflusso e indicato di rivolgersi a un gastroenterologo.

Ci siamo rivolti a ben 3 gastroenterologi che dopo una serie di tac ed esami hanno diagnosticano una distonia esofagea. Contemporaneamente a ottobre sono arrivati i problemi a una gamba e difficoltà a camminare. Ha così preso il via il giro di visite tra ortopedici e neurologi, tac cervicale, lombare, radiografie ed elettromiografie.

Le condizioni di salute di nostro padre sono sempre più difficili, inizia ad avere problemi anche a un braccio: si parla di una stenosi cervicale ed ernie lombari come causa. I medici parlano di depressione e viene prescritta una cura antidepressiva.

Il 12 febbraio ha un arresto respiratorio, chiamiamo il 118 e viene trasportato d'urgenza al pronto soccorso, ricoverato per una polmonite bilaterale, gli viene fatta una tac e da questa emerge che ha una formazione di natura incerta a livello del bulbo del tronco encefalico.

Per capire realmente la natura del danno sarebbe necessario eseguire una risonanza magnetica, ma mio padre ha un pacemaker che gli è stato impiantato nel 2006, da quanto detto dai medici gli elettrodi del pacemaker non sono compatibili con la risonanza, e un intervento di rimozione degli stessi viene ritenuto troppo rischioso per la vita stessa del paziente.

Nell'attesa nostro padre è intubato, in rianimazione, perché non riesce a respirare autonomamente, pienamente vigile e cosciente, si sente abbandonato, senza più speranza.

Possibile che non ci sia una soluzione? Che un paziente sia condannato a non avere cura perché portatore di pacemaker? Che non esista un medico che possa curarlo?

Siamo disperate, non è possibile che nel 2022 non si riesca a venire fuori da una situazione come questa, nostro padre ha 71 anni, è un uomo forte, ha lavorato una vita e dovrebbe godere ora dei frutti del suo lavoro, non si merita questo.

Grazie”.

Lettera firmata*

(*le generalità, a conoscenza della redazione, vengono omesse nel rispetto della privacy e secondo la normativa vigente)

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata