L’unione fa la forza: lo sappiamo bene nel nostro giornale, che quella parola ce l’ha nella testata. Sul tema, l’Isola non ha grandi tradizioni: dispersi in centri piccoli, sempre di meno perché siamo sotto 1,6 milioni di abitanti, con trasporti degni di aggettivi che sarebbe scortese scrivere su un quotidiano, di “unione” dovremmo campare. Ma non è mai stato così. Oggi, ancor di meno.

Spesso, a dare lezioni sono i piccoli: come altro definire un luogo dove vivevano 79 abitanti? «Vivevano», perché due giorni fa a Baradili nell’Oristanese (il Comune più piccolo della Sardegna) è deceduto un anziano, così l’anagrafe del paese governato dalla sindaca Maria Anna Camedda si è dovuta aggiornare: i residenti sono ora 78, presenti in massa ai funerali del compaesano.

Baradili non ha negozi né scuole né banche né ufficio postale, ma un parco acquatico sì. I lampioni, la raccolta dei rifiuti e lo scuolabus ci sono perché 19 paesi sono nell’Unione (appunto) dei Comuni: tutti piccoli, alcuni a rischio di scomparsa entro il 2050, ma insieme garantiscono i servizi. E al Consiglio comunale di Baradili, dove il numero legale c’è sempre, nell’unica lista c’erano destra, centro e sinistra, che insieme governano per il bene di tutti.

Dalla Regione, dove sui leader gli schieramenti si sono divisi per imperare, la piccola Baradili non si vede. E nemmeno i sardi.

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