A Babbo Natale ormai non ci crede più nessuno. Invece c’è, è solo cambiato. Ne abbiamo la prova. Non ha più la barba bianca, forse neppure la coscienza così candida, viaggia in Ferrari e al posto della tunica rossa veste Armani grigio fumo. La sua residenza normalmente è a Roma ma non mancano i recapiti sparsi per l’Italia e da un po' di tempo anche un ricco grattacielo a Bruxelles. In questi posti di solito si compiono prodigi che in comune con la culla di Betlemme hanno solo una mangiatoia imbottita non col fieno ma con bigliettoni a valore illegale. Lì ci sono le luci e le feste ma non c’è il Natale. Manca il chiarore di misere candele e il racconto non dei maghi della finanza ma della Caritas: 5 milioni di cittadini, uno su dodici, vivono (si fa per dire) con 600 euro al mese, compresi 130 mila sardi. Si accontentano di poco, di solito di qualche promessa che nessuno si preoccupa di mantenere. Sofferenti di sanità negata, dignità violentata, onestà sbeffeggiata e solidarietà ostentata. Persone buone e semplici, gente pacifica che si scambia gli auguri nello splendore dei presepi di muschio e cartone colorato; la pace delle famiglie dove tutto è bene e speranza. Al Bambino non chiedono il paradiso in terra ma un Paese normale dove gli uomini di buona volontà, come i pastori a Betlemme, si mettono in cammino per costruire un mondo migliore.

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