C hi si informa, poco importa se per lavoro o per diletto, fa uno sforzo cerebrale. E per ogni sforzo compiuto tendiamo ad aspettarci una ricompensa: dimagrire, guadagnare meglio, acquistare prestigio. Ma chi si sobbarca la fatica di seguire l’attualità spesso ambisce a un premio particolare: la conferma. Vivo nella mia bolla di opinioni, l’ho arredata con i ritratti dei miei eroi e spendo denaro ed energie mentali per starci dentro comodamente. Purtroppo però le notizie a volte sono ambigue. Per dire: 6 dei 9 figli di Bob Kennedy si oppongono alla liberazione del suo killer, che ormai ha 77 anni, è in galera da 53 e non ricorda più nulla. Un liberal penserà che scarcerarlo sarebbe umano e pure kennediano, no? Bene, il più noto dei tre Kennedy pro-clemenza è Robert, un no vax espulso dai social per complottismo. Con chi schierarsi? Ancora: il maschilista Giappone potrebbe avere per la prima volta una premier: è Sanae Takaichi, una nazionalista di destra gelida sulla parità di genere. Per chi tifare? E Biden, poi? Doveva lasciare gli afgani al loro destino? No! Proseguire un’occupazione militare ottusa e costosa? Beh, nemmeno... Per chi si informa non c’è premio, solo fatica. Ma c’è un castigo per chi non lo fa: andare a spasso bendati per la propria bolla, urlando cose a caso finché al massimo ti capita di dire quella giusta per il motivo sbagliato. Come Kennedy jr.

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