I n molti di noi c’è un imbecille che dorme (negli altri non è che non ci sia: semplicemente è sveglio) perciò quando abbiamo sentito parlare di super Green Pass in tanti abbiamo pensato istintivamente: “Lo voglio”. Salvo poi scoprire delusi che è lo stesso che abbiamo già, ma grazie a quel prefisso disneyano ci sembrava roba irrinunciabile. È un meccanismo che conoscono bene i pubblicitari, capaci di farci comprare ogni cosa definendola “esclusiva”, foss’anche carta igienica.

Ora come ora c’è uno zoccolo duro, minoritario ma consistente, che non si vaccina. La buona notizia è che non sono tutti dei matti ideologizzati da QAnon: tra loro ci sono anche dei fessi normali tipo noi. Quindi – modesta proposta – perché non rendere i vaccini appetibili valorizzando alcune caratteristiche che in realtà avevano da prima e hanno tutti? Forse raschieremmo un 2-3% di immunizzati in più spiegando con enfasi che il Moderna è realizzato senza olio di palma, che il Pfeizer non viene sperimentato su cuccioli di cocker, che su centomila pazienti trattati con AstraZeneca nemmeno uno, tabelle alla mano pubblicate in rete per trasparenza, è diventato improvvisamente renziano. Magari funziona. E magari no, ma in ogni caso ci svaghiamo un po’. Che sarebbe anche ora.

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