R iavvolgiamo il nastro: 22 settembre 1968. L’Unione Sarda titolava un pezzo del corrispondente Nando Pinna: “Continua in tutta l’Isola la lotta alle cavallette”. Dopo 54 anni siamo ancora così, con una variante: il ristoro. Arrivano le cavallette e, forse, arriverà il “sussidio”. Un anno dopo l’articolo sull’invasione un uomo sbarcava sulla luna e tra un po’ lo vedremo su Marte mentre qui si parla ancora di lotta alle cavallette: vergognoso. Il ministro Patuanelli, celebrando la liturgia del question time, annuncia che “non sono previsti ristori contro l’infestazione delle cavallette”. Si ferma al no, da rivedere, e non dice perché dopo anni ancora non si è trovato il rimedio definitivo contro il flagello, che non è divino ma che porta alla carestia. Nando Pinna suggeriva la “cura del ferro”: zappa, erpice, trattore e qualunque altro mezzo purché i terreni abbandonati, dove le cavallette trovano in certi periodi dell’anno l’habitat ideale, vengano rivoltati. Rigirare le terre incolte sperando nelle annate giuste e se esiste utilizzare qualunque altro rimedio dimenticando i bonus. Nel “Don Chisciotte della Mancha” il protagonista, l’ingenuo ma a suo modo eroico cavaliere, lotta contro i nemici che vede nei mulini a vento. Comunque lotta, mentre Sancho tremante di paura, attende. La Sardegna si specchia in Sancho: attende il ristoro.

© Riproduzione riservata