I diritti si dissolvono, subentrano i rovesci. Manrovesci, a volte. Quei diritti li compriamo con le tasse (solo chi le paga), senza ottenerli. Alla Marina di Cagliari, ad esempio, quello al riposo notturno è abolito: «Era un rione in mano alla malavita e la movida l’ha salvato», dice qualcuno. A parte il fatto che è vero solo in parte, la privazione del sonno è una tecnica di tortura usata laddove i diritti non esistono.

In Sardegna, Sanità e Inps sono invalidi totali. Alla prima, in crisi cronica di medici, sono vietati gli straordinari per certificare (e già s’impiega tanto) invalidità o disabilità: l’ha appena deciso la Regione, così allungando l’attesa di chi ha bisogno dell’indennità per pagarsi l’assistenza. Poi c’è l’Inps, che talvolta nega l’accompagnamento pur sapendo che è dovuto, e si deve aprire una causa civile che con ogni certezza si vincerà: ma qualcuno non ha voglia o soldi per farlo, e il diritto diventa rovescio. Spesso, pane per gli eredi.

In questo quadro è un monito ciò che accade ad Assemini, dove i padroni maleducati di cani possono impunemente lasciare sul marciapiede i prodotti meno nobili dei loro animali. Ma i cittadini non possono pulire: la polizia locale ha multato una negoziante perché ha lavato il marciapiede. È ufficiale: in mezzo a quella roba lì, dobbiamo viverci per legge. È un habitat.

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