S embra di sentire l’Inno alla gioia (piano piano, in sottofondo) a leggere la circolare del direttore degli Uffizi che per le comunicazioni del museo sconsiglia allo staff l’uso dell’esclamativo, l’abuso delle maiuscole, il raddoppio urlante dell’interrogativo (avete presente??) e il ricorso ai puntini di sospensione, visto che il testo di una mail «deve essere chiaro, esplicito e mai allusivo».

Vabbè ma tu sei un crucco, obietterà subito qualche patriota prêt-à-porter, fatti un ettaro di affari tuoi, ché voi scrivete con la maiuscola pure i sostantivi e i puntini li mettete anche sulle u.

Verissimo, Eike Schmidt è tedesco. Per dirla tutta è un intellettuale europeo, e condivide le preoccupazioni sulla scrittura della nostra lingua con due intelligenze italiane lontanissime tra loro come Umberto Eco e Ugo Ojetti (Eco detestava anche l’enfasi paternalista delle “virgolette”, e aveva ragione da vendere). Un signore che per lavoro custodisce e promuove la bellezza del Rinascimento dovrebbe tollerare sciatterie e vezzi volgarucci nei testi che la comunicano? Schmidt con lo studio e la sensibilità si è guadagnato la capacità e il diritto di difendere l’italiano. Potremmo dirgli quel che pensano i tedeschi quando Giovanni Di Lorenzo dalle colonne di Die Zeit rende più comprensibile la loro politica e perfino la nostra. Danke.

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