I l dibattito sul cambiamento climatico non conosce soste. Il coro degli studiosi è unanime: la Terra ha la febbre, eventi meteorologici estremi, scioglimento dei ghiacciai. Tutto, insomma, propende per la tesi che l’opera dell’uomo stia surriscaldando il pianeta con conseguenze nefaste. Fuori dal coro due studiosi illustri, come Carlo Rubbia e Antonino Zichichi. Il primo, dati alla mano, ha dimostrato che dal 2000 in poi la temperatura media della Terra è scesa; il secondo sostiene che il riscaldamento non è dovuto all’opera dell’uomo ma all’attività del sole e che quindi tutto rientra nella normalità. L’uomo dovrebbe comunque cercare di impattare meno sull’ambiente, con le industrie, gli scarichi delle automobili e tutto il resto. Da qui la ricerca su mezzi di locomozione sempre meno inquinanti, come le auto elettriche o gli aerei che, in un prossimo futuro, potranno essere alimentati con l’idrogeno. Poi girovagando su Facebook ho visto la foto di una confezione di pesche, acquistata in un supermercato degli Stati Uniti, che sull’etichetta riportava queste informazioni: coltivate in Argentina; trasportate in Thailandia per il confezionamento (17.000 km); ritrasportate negli Usa per la vendita (altri 17.000 km). Prima di far volare gli aerei a idrogeno sarebbe meglio coltivare le pesche in California.

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