G uardatevi allo specchio, ma andate oltre le apparenze, oltre il viso che ben conoscete e che, se siete di buonumore, vi piace e vi sorride. Ma c’è poco da sorridervi. Guardatevi e, se non siete politicamente corretti, vergognatevi. Se siete orgogliosi d’essere quel che siete, della terra dove siete nati e della sua storia, della religione cui aderite, delle vostre radici culturali, della civiltà occidentale che vi ha forgiato, delle tradizioni, delle memorie, delle leggende, dei miti tramandativi dai vostri padri, pentitevi. E mortificatevi se appartenete a un sesso deciso e non fluido. Il vostro orgoglio è un peccato da espiare. Ve lo dicono per mio tramite, con interventi a gamba tesa sul web, alcuni lettori di questa rubrica, progressisti autodichiarati, contrari ai valori su elencati. Se li difendi ti danno, secondo la moda corrente, del fascista. Parola tombale oltre la quale c’è per te la morte civile. E guai se usi parole bandite dal vocabolario ipocritamente corretto. Sono convinti che basti cambiarle per cambiare il mondo. Negli anni della Rivoluzione francese furono banditi i riti cristiani, il calendario fu riformato, fu imposto un nuovo lessico. Quell’ubriacatura ideologica, che in pochi anni evaporò nel nulla, i nostri rivoluzionari progressisti da salotto l’hanno battezzata Woke. Pare destinata alla stessa fine. Requiescat in pace.

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