L a nuova ideologia si chiama Patriarcato. Scriviamolo con l’iniziale maiuscola come si usava anticamente quando i patriarchi erano figure bibliche che, da Adamo a Abramo, per volere di Dio fondarono la comunità della stirpe umana. Alla società patriarcale vanno accreditati trionfi e addebitate nefandezze, che la storia racconta. Oggi la parola patriarcato, che ne deriva, è considerata l’espressione di un sistema sociale in cui soltanto gli uomini detengono il potere: dall’autorità domestica a quella pubblica e politica. È una raffigurazione falsa delle società occidentali; è vera, invece, se riferita a quelle teocratiche islamiche, che schiavizzano le donne. Il patriarcato, ritenuto brodo di coltura della mentalità maschile, e perciò movente psichico della violenza sulle donne, offre alibi e attenuanti per chi le uccide. Sostenere nelle baruffe televisive che esso ancora vige in Italia è un’offesa alla nostra civiltà: vaniloqui di sociologi e criminologi improvvisati. Gli uomini non sono potenzialmente portati al femminicidio. L’isteria contro il maschio patriarca urlata da femministi e femministe nelle piazze è un sfogo insensato. E sono ridicoli, e un po’ penosi, coloro che si scusano e si pentono di essere uomini. Se per la loro salute mentale ritengono necessario cambiare sesso oggi si può. Anche a costo zero, paga la Asl.

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